martedì 7 giugno 2011

Alla fiera dell'Est

Tanto tempo fa ma non troppo, in un periodo in cui il mondo del fandom cominciava a evolversi e a differenziarsi, cominciarono a nascere le prime convention dedicate al genere fantastico, o almeno che non fossero quella di Startrek. Già, perchè Startrek anche in questo campo aveva anticipato tutti, almeno qui in Italia. Già dai tardi anni '80 lo STIC aveva incominciato a organizzare delle convention, le STICCON, un posto dove radunare un gruppo di appassionati, e da allora cominciò a ripetersi puntuale una volta all'anno. Dalla ventina di persone dei primi tempi al centinaio, per arrivare al migliaio diversi anni dopo. Gli appassionati crescevano, unendosi su questa passione comune, e poi magari col tempo decidevano di dedicare un club a quell'altro ciclo di film, o a quel telefilm, o a quell'altro. Il Fandom si organizzava.

Ma dovette appunto passare qualche anno perché venissero organizzate anche altre convention di genere fantastico.

Oh, interessante, e questo cosa centra? Un attimo, ci arrivo, questa è la solita intro, più o meno come Telegraph Road dei Dire Straits, che comincia lenta e parte dopo dieci minuti.

Dunque, parlavamo delle altre convention del fantastico. Avvenne che una di queste, dedicata ad una serie di film molto famosi, cominciò a svolgersi regolarmente, per il piacere degli appassionati. Ma da un certo anno in poi ne vennero a conoscenza anche persone al di fuori del fandom specializzato. La notizia dilagò... come mai? Una forte pubblicità, sotterranea e martellante. Cosa avvenne?

Mettiamo che all'epoca (dieci anni fa, anno più, anno meno) foste tra coloro che frequentavate un forum di fumetti. Siete lì, leggete e scrivete, discutete di comics, di supereroi e bonelliani, di editori e disegnatori, e un bel giorno vi trovate un post di qualche nuovo appassionato, magari con un nome pieno di X e Y che prende la palla al balzo dell'ultimo Tex Willer per dire agli appassionati che se erano davvero interessati alle bistecche alte due dita e alle riserve indiane, allora gli sarebbe interessato sapere che in data tal dei tali, nel posto di Tizio e Caio si sarebbe svolta la (aggettivo a caso) convention degli appassionati di quel (aggettivo maggiore, a caso) ciclo di film che tutti sicuramente conoscevano. E già che c'era, senza impegno, elencava programma e orari, sicuro che avrebbe interessato tutti.

Poi spariva. Per riapparire su un altro forum, magari di filatelia, dove in una discussione su filigrana e Repubblica di San Marino, interveniva per segnalare che tutti gli appassionati di Repubbliche sicuramente non potevano perdersi la (aggettivo a caso) convention fantastica che si sarebbe svolta nel posto Tizio e Caio in data tal dei tali.

E poi spariva. E poteva riapparire su una mailing list di Taglio e cucito, in una discussione di vestiti economici, e fare notare come - in quel tale film - i vestiti/Saio erano interessanti, e quindi (che combinazione!) poteva interessare che in data tal dei tali nel posto Tizio e Caio si sarebbe svolta la (aggettivo a caso, differente dai precedenti se possibile) convention fantastica che sicuramente avrebbe ottenuto adesione entusiasta da parte di tutti gli appassionati di Taglio e cucito.

E poi spariva.

Ma laddove era passato lasciava tracce. I commenti a seguire andavano da qualche isolato "Oh, interessante, fico, mi piace, grazie" ai più numerosi "Scusa, ma cosa centra con "Tex Willer/la Repubblica di San Marino/vestiti economici" questa notizia? Sei un po' fuori tema."

Forse avete capito dove andiamo a parare. A tutti gli effetti questa era SPAM, pubblicità indesiderata imposta. Talvolta si cancellava l'iscrizione del prode appassionato, più spesso si ignorava.

Certo, il tipo di cui sopra spammava abbondantemente nel mondo dei forum di varia nerditudine, ma non si può dire che non facesse la pubblicità necessaria ad uno scopo (La convention piena di aggettivi). Però nel farlo commetteva una maleducazione di netiquette.

L'evoluzione di questa ingloriosa faccenda si ebbe un anno dopo, nell'occasione dell'annuale premio Italia, una manifestazione del Fandom Fantastico italiano. Alla diffusione dei finalisti annuali, se andavi a vedere la pagina con tutti i voti dei candidati, comprensiva di quelli esclusi dalla finale, trovavi un nome particolare presente in tutte le categorie: scrittore, illustratore, traduttore, operatore artistico, curatore eccetera. Con due voti in tutte. La soluzione era facile, qualcuno si era votato da solo, sostenuto da un amico fedele. Nessun problema, accade più spesso di quanto si pensi, ma magari gli autori non aveva idea che i voti sarebbero stati diffusi al completo, e che quindi tutti gli interessati che visitavano quella pagina avrebbero detto "Guarda, il solito furbo che si vota da solo ovunque."

Fu allora che mi rivelarono come il nome ripetuto fosse l'identità reale del nome con tante Y e K.

Ecco, tutto questo per dire che a volte c'è gente che si sa vendere. Che sa come creare attesa e farsi pubblicità, che usa sistemi moderni ma alla portata di tutti, e li usa in un modo che altri non fanno. E che nel farlo magari rompe anche i coglioni ad un sacco di gente (inconveniente inevitabile, già).

Anche (e sopratutto) nel campo fumettistico bisogna sapersi vendere. Interessare il pubblico, informare quando esce un tuo fumetto, così come un attore ti informa che è uscito un suo film, o un un gestore telefonico ti suggerisce che col loro nuovo cellulare potrai mandare un milione di SMS, MMS, MP3 per solo un milione di centesimi di Euro. Ma attori e telefoni sono delle autorità nella pubblicità, i disegnatori no.

Cosa devi fare quando esce un tuo fumetto?

Non è affatto facile. Innanzitutto, è poi necessario? Se lavori con un editore grande no, ci pensa abbastanza lui, e sopratutto il pubblico compra il fumetto popolare perché c'è il personaggio, non per il disegnatore. Ma nel campo editoriale minore la pubblicità sarebbe necessaria.

Un disegnatore dovrebbe farsi conoscere in ambito locale: magari nella sua città, informare la stampa dell'uscita di una tua opera, organizzare mostre e incontri col pubblico, vendersi per la causa. Ci sono disegnatori che sono delle autorità, maestri insuperabili, e fanno scuola.

Ce n'era uno che specializzato nel lavorarsi i fanzinieri, i gestori dei siti internet, e sapeva muoversi con la maestria di un elefante in un negozio di cristallerie. Ma non agendo in cristallerie, ma in sottoscala ripieni di fumetti, nessuno esclusi i presenti se ne accorgeva. Chi scrive di fumetti di solito è un appassionato che lavora per la gloria. Il suo eroe è Marco M. Lupoi, che da fanziniere è entrato a lavorare nel magico e colorato mondo dei fumetti. Utopia, diciamolo subito, visto che i posti sono quelli ormai, e nessuno (giustamente) si schioda.

Ribaltando il concetto, e concentrandoci un attimo sugli scrittori "sui fumetti", vediamo che essi orbitavano intorno al mondo dei professionisti, e quando ottenevano un contatto lo consideravano un bene prezioso da coltivare con cura. L'autore ti da' un'anteprima, ti fornisce delle notizie inedite o ti racconta un aneddoto? E' proprio quello che gli appassionati vogliono. Ti scrive via mail? Grande. Ti telefona? Immenso. Ti vede di persona? Grandioso! Ti invita alla sua grigliata? DI-VI-NO!!

Più l'Autore si allargava e più generava entusiasmo nella stampa specializzata. Potevano pubblicarti tutte le prove "del talentuoso Pippo Formaggio", in alcune (aggettivo a caso) tavole di prova del personaggio X. E dopo tre mesi avevi ancora a disposizione altre (aggettivo ecc. ecc) prove sul personaggio Y. Il lettore si trovava pieno di prove di Pippo Formaggio, e solo se faceva 2 + 2 si accorgeva che il talentuoso talento aveva fatto una sola storia di un personaggio Z qualunque e poi era sparito. E se "Eleuterio von Pennino" debuttava su un personaggio popolare, potevi trovare un lungo pezzo di presentazione con una lista di lavori fatti, ma sconosciuti ai più. Ma nessuno faceva 2 + 2, ed Eleuterio festeggiava con un barbeque pasquale pieno di invitati presi dalla stampa specializzata e siti internet sui fumetti. E potevi giurarci (oh, se potevi) che ad ogni nuova storia di von Pennino quel sito o quella pubblicazione ne avrebbero dato la notizia con ragguardevole importanza. E se per qualche sciagurata situazione un autore accettava una consulenza di qualche tipo da uno scrittore sui fumetti, potevi dcommettere che entro pochi giorni dall'uscita dell'opera compiuta avresti trovato sul sito Internet dello scrittore un suo lungo pezzo in cui spiegava come e perchè lui, modesto appassionato, avesse salvato capra e cavoli, evitato l'affondamento del Titanic e recuperato il gattino sull'albero, e tutto questo grazie alla sua (aggettivo a caso) consumata consulenza. Ed è molto probabile che nei giorni successivi camminasse anche sopra le acque. tentando inutilmente di duplicare pani e pesci con colleghi e amici. E anche se non firmava con un nome pieno di X e di Y, di sicuro otteneva lo stesso rispetto dello spammatore di cui sopra.

Per cui ogni autore di fumetti sà che deve tenere un ragionevole distacco dagli appassionati: per evitare di trasformare innocui universitari lettori di fumetti in mostri senza testa.

Ma chi si sa vendere non segue questa precauzione. Continua a dialogare con tutti, continua a informare di qualsiasi cosa faccia, fosse anche solo un articolo su una pubblicazione sconosciuta, e se genera mostri, questi saranno utili mostri. Si preoccupa di informare la stampa, e se è il caso a cazziare i siti internet o i forum specializzati perchè non hanno recensito la sua ultima (aggettivo a caso) opera, magari ignorando che il solitario collaboratore di tal sito o pubblicazione che recensiva tutti gli albi fino ad allora, A) s'era laureato ed era passato a "miglior" vita, dove i fumetti non si leggevano più, B) s'era scoperto miope e necessitava di riposare gli occhi, C) s'era rotto i le balle dei fumetti e aveva venduto tutto alla fumetteria all'angolo, oppure D) aveva trovato una ragazza.

Beati coloro che riescono a fare così. Io no. Non so vendermi, lo confesso. Tutto ciò mi è curiosamente estraneo.

In un forum locale intervenni per segnalare che un post intitolato alle uscite di un editore di Perugia non era completo, perchè si limitava a ricopiare una newsletter relativa alle produzioni nippe. Mi limitavo a fare notare (a mio parere in modo civile) che magari era il caso o di indicare anche le produzioni italiane e americane di tale editore, per completezza, oppure semplicemente di cambiare il titolo del post in "Uscite nippe dell'editore di Perugia". Mi venne risposto che potevo pensarci io se volevo, e che comunque non era gentile criticare e basta, che probabilmente complottavo qualcosa e ce l'avevo con lui. Feci notare che essendo autore NON sarebbe stato indicato che fossi io a dare una notizia, perchè avrei barato il risultato con il mio intervento: se guardi in un forum per vedere se parlano di te, non devi essere te a chiedere che lo facciano. Non ne parlano? Pazienza, anche questo è una specie di sondaggio. Ma se fossi stato un buon imbonitore avrei fatto di mia iniziativa come mi aveva suggerito il Permaloso Postatore Perennemente Paranoico.

Invece limito le mie apparizioni sui forum, ignoro se i miei vicini di casa sappiano che lavoro faccio, e la mia edicolante lo scoprì solo perchè vide la mia foto su un giornale locale, per il pezzo che mi dedicò un amico giornalista. Evito le mostre a livello locale per il poco interesse suscitato a suo tempo dalle uniche che mi coinvolsero. Ed allo stesso modo non mi preme di organizzare incontri col pubblico nelle fumetterie: quando ci provai venne il diluvio in due occasioni, per cui capì i segnali del cielo (forse ho detto troppe battute sulla chiesa, Signore?) e mi misi il cuore in pace. Alla stessa fiera di Pordenone di qualche settimana fa (post precedente) non ho pensato se non a sera inoltrata, che avrei potuto mettere un cartello con il mio nome davanti allo stand, visto che magari chi passava era un lettore di Jonathan o Harry, e non avrebbe mai saputo che lì c'era una disegnatore che poteva interessargli incontrare.

No Jack, ammetti che non ti sai vendere. Non dici nemmeno all'assicuratore che lavoro fai, non metti concorsi nel blog, non posti foto di donne nude o di gattini, non fai nomi e cognomi, non recensisci film (colpa del cinema di Gorizia) e videogiochi (e chi trova il tempo??) e nemmeno fumetti (certi fumetti li leggo solo io). Colmo dei colmi non inserisci nemmeno il blog nelle firme che usi nei forum, meno che mai hai annunciato la sua esistenza sui siti di Fumetti, Filatelia e Taglio e cucito. Nelle fumetterie non metti in primo piano i tuoi fumetti, nemmeno dove il gestore è un tuo vecchio amico. E se un amico scrittore ti nomina ad un incontro col pubblico come autore della copertina del suo ultimo libro, ti schernisci un po' imbarazzato.

Alle fiere saluti chi ti conosce ma non ti presenti agli editori, fai l'appassionato semplice. No, è sbagliato, lo capisci? Non firmi con un nome pieno di X e di Y, non spammi, e sopratutto non inviti alle tue grigliate ed ai barbecue la stampa specializzata.Non te la tiri. Eh no, questo la stampa specializzata non lo può tollerare. E nemmeno i frequentatori dei forum. Per cui continueranno ad ignorarti, così come fanno con innumerevoli tuoi colleghi, che neppure loro sanno vendersi. Ergo non ti scocciare troppo se leggi l'ennesima intervista ad Eleuterio von Pennino o altre prove del talentuoso ma sconosciuto Pippo Formaggio.

Tutta colpa della strada che non scegliesti, lo sai, vero?