martedì 22 novembre 2011

Chiamala se vuoi, evoluzione



Nino Birillo ha delle certezze nella vita, che gli sono derivate dall'averla affrontata, quella vita. E ha delle convinzioni personali, che dal suo punto di vista non sono opinioni, ma fatti certi, provati e assoluti.
Nino Birillo è convinto che il mondo dei fumetti sia in piena espansione. Che la crisi non abbia colpito affatto questo nostro piccolo mondo di carta stampata e nuvolette coi testi. Nino basa questa sua convinzione sull'analisi di ciò che conosce (è un tipo preciso, ci tiene a questo), e tra queste, una non indifferente, è la grande quantità di fumetti che escono ogni settimana in fumetteria, per cui Nino sa di essere dalla parte del giusto, e in qualsiasi discussione possa avere con qualcuno su questo argomento, sa per certo che riuscirà a fare valere le sue ragioni. Logica, pura logica, nient'altro che pura logica applicata ai fatti.

Nino Birillo è convinto che non sia concepibile che un disegnatore impieghi più di tre mesi per disegnare un fumetto.

Okay, vi siete ripresi? Lo so, certe affermazioni sono un po' dure da assimilare, ma indagando con ragionevole logica si arriva a capire il perché e il percome.
Nino vive in un mondo di fumetti rapidi, che escono ogni mese, puntuali come scolaretti, che egli consuma in gran velocità, orgoglioso della sua passione, e da questa divorato. Lui li consuma rapidamente, per cui anche l'autore lo ha fatto rapidamente, questa è la sua logica deduzione. Potete anche contestare le sue affermazioni, ma difficile che vi stia a sentire.

"Gli albi dei supereroi escono puntuali ogni mese, stessi autori", dice Nino.
Si, ma con uno a fare matite, uno a inchiostrare e uno a colorare, e talvolta puoi trovare anche un racconto fill-in, per riempire il mese nell'attesa che gli autori finiscano il numero, e come se non bastasse magari dopo due anni cambiano tutti quanti, sceneggiatore, disegnatore, inchiostratore e colorista.

"Eppure il mio manga preferito esce ogni mese, e ha le sue brave 200 pagine tutte disegnate per bene."
Si, però l'autore nippo ha l'aiutante per fare i personaggi secondari, l'aiutante per fare gli alberi e le case, l'aiutante a disegnare tutte le pietre e le pieghe nelle maniche della giacche, e l'aiutante che mette i retini, adesivo o a Photoshop che sia.

"Eppure il ciclo di XIII è uscito rapidamente in questi mesi, in volumetti brossurati da 100 pagine, e non è giapponese!"
Si, ma il primo numero è uscito quando ancora dovevi nascere, e gli altri l'hanno seguito, nel loro paese d'origine, alla scadenza di ogni anno. Ci pensi? Un anno a disegnare e colorare 48 pagine...

"Ma quando finisce questa serie? Così comincio a laggerla."
Non sei capace di aspettare una nuova puntata, eh? Be, rassegnati. Non finirà mai, gli autori sono vivi, vegeti e pieni di entusiasmo. Un albo all'anno per i prossimi 50 anni. Tu continua pure ad accumularli, prima o poi  finirà, come no, e allora potrai incominciare. Ma solo se avrai ancora de buoni occhiali.

Nino Birillo non si convince, sa di avere ragione. Ha amici che glielo confermano. Ha amici disegnatori, per esempio. Che ogni 6 mesi vede in edicola su qualche nuova miniserie, e che chiacchierando gli dicono di essere molto veloci, e di riuscire a lavorare in due mesi. Nino non ha una cultura poliedrica, non sa che quei computer non esistevano all'epoca in cui è ambientata la storia, o che le braccia notoriamente non variano di lunghezza e dimensione nel corso della vita umana, così come invece accade nei suoi fumetti preferiti. Non ha nemmeno idea di come sia esattamente fatta la Torre Eiffel, gli basta un suo feticcio e sarà convinto che quella è Parigi. E in fondo non ha la minima importanza di dove sia di casa l'aeroporto di Malpensa.
Ma Nino diversifica, conosce letteristi che possono letterare un albo in due settimane, traduttori che traducono il francese plaisanterie come piacere; è amico di Facebook di famosi sceneggiatori, che gli hanno dato gran confidenza rivelando come nasce una trama, e che non serve studiare, imparare regole o evitare gli errori, è sufficiente fare, fare, fare, e pure lui stesso, Nino Birillo, potrebbe diventarlo.
E' facile. E' un mondo bellissimo e felice, dove tutti ci vogliamo bene, dove la passione guida le nostre scelte, dove si vive di aria e sogni, e il cibo si materializza nel forno a ogni tuo desiderio, e dove non esistono tasse, caldaie che si rompono o bollo Auto.

Nino non guarda gli altri fumetti. Li trova vecchi, noiosi, e in fondo fa già parte di questo grande e felice mondo dove tutti si vogliono bene. E non gli serve voltarsi indietro, o guardarsi intorno. Non concepisce che ad una fiera di fumetti qualcuno possa fare la fila per avere da un disegnatore un'autografo su una stampa, anziché avere un disegno tutto per lui (lui è speciale, e poi i suoi amici disegnatori a lui lo fanno sempre). Se gli dicono che Caio ha impiegato 7 mesi a disegnare una storia, lo guarderà come si guarda un alieno, pensando "Che pirla!".

Senza speranza? Forse. O forse un giorno si evolverà in un essere superiore, e capirà di aver stazionato per tanto tempo solo in una piccola oscura stanza di un condominio molto più grande, dove (qui sì) ci sono i furbi, i furbetti, i furboni, gli inadempienti, i geni, gli ipocriti, i maestri, gli Editori con la E maiuscola, gli editori senza maiuscoli e gli editori per modo di dire. Gli invidiosi, i rompirompi che ti traviano con promesse di lavoro, quelli che se la tirano come primedonne, quelli che pensano che ricordandoti le scadenza ogni momento andrai di certo più veloce, quelli che vogliono la botte piena e la moglie ubriaca, quelli che non vedono che il gomito è troppo corto ma se la tirano come esperti, e dove capisci perché certi editor sono più in gamba di altri. Oh bé, sì, è meno felice e allegro della sua piccola stanza precedente, ma si sa che l'umanità deve evolversi
Ma fino ad allora Nino non corre rischi. No, non corre alcun rischio. Se proprio vogliamo uno c'è, ma cosa vuoi che importi a lui?
Che un po' di gente che lo conosce, quando parlino di lui usino un nomignolo, che può variare da "Tizio" e "il pirla, a "la bestia". Non è carino, ma è un mondo difficile, ahimè.

E parlo con condizione di causa, perché ci fu un tempo in cui pure io fui Nino. Non proprio così (grazie infinite!!!), ma probabilmente dipende dai tempi, davvero differenti. Poi, grazie a Crom, arrivò l'evoluzione.
Ora mi muovo per il condominio e sovente mi perdo. E il naufragar mi è dolce in questo mare...