mercoledì 10 ottobre 2012

"A Song is forever, Mr. Bond..."

Succede. Che tu ti porti dietro, crescendo, le passioni giovanili. E James Bond è una di quelle.
Col tempo sei diventato un esperto, sei in grado di ricordare i film, le loro scene, le frasi celebri, e gli stunt più spettacolari. Certo, come fanno in tanti. Ma tu hai letto anche tutti i libri, e questo è un punto in più. Si, certo, ma rimani pure sempre uno dei tanti, dov'è la novità?
E poi ci sono strade che segui nelle quali ti ritrovi da solo. Perché sei curioso, e leggi, e segui e ti fai ancora domande, e poi vai su youtube e cerchi conferma. E la trovi. E poi vai a dormire, che nel frattempo sono arrivate le 2 di notte, ed è un po' tardi. Ma almeno non hai rubato tempo al lavoro ed a tutto il resto.
Sì, perché le passioni (tutte le passioni) sono pericolose: per la salute, per il sonno perso, per i percorsi mentali che ti fanno intraprendere. Ma sono una parte di quelle piccole soddisfazioni che ti aiutano a soddisfare la tua fame di sapere. E visto che un blog è anche condivisione, è giusto che io lo utilizzi per condividere parte di questo meraviglioso mondo, ai più sconosciuto.
E così, mentre da qualche giorno è stata diffusa la canzone di Adele del nuovo film di 007, mi sono ricordato delle scoperte fatte a suo tempo, e ho pensato che condividerle sarebbe stato bello.
Collezionate colonne sonore di 007? Buona cosa. E avete tutto? Ma proprio tutto?
O almeno "Ma sapete davvero tutto? Lo sapete che si sono cose che non sapete?"

Facciamo la prova del nove musicale. Le canzoni dei film di 007. Le conoscete tutti, le avrete viste qualche volta in tv, vero? E se siete appassionati avete anche le colonne sonore, giusto? Quindi pensate di essere a posto, vero? Quasi.
Il giovane Holden proverà adesso a mettere a dura prova le vostre convinzioni, e a rivelare i risultati delle sue scoperte notturne degli anni passati. Che però non riguardano proprio tutti i film, per cui ne esamineremo solo alcuni.
E buon divertimento.

Thunderball (1965) di Terence Young. 
Canzone dei titoli:  Thunderball (Barry-Black) eseguita da Tom Jones.

E' il quarto film, il fenomeno Bond è ormai lanciato. Goldfinger è stato un successo, e così la canzone eseguita da Shirley Bassey. Okay, la versione di Tom Jones la conosciamo tutti, ma quanti sanno che in Germania ebbe le canzoni cantate in tedesco?


Non solo. Lo stesso cantante, Alan Korb, incide pure l'altra canzone inserita nella colonna sonora, Mr Kiss Kiss Bang Bang.


Quest'ultima canzone poi, nella sua versione originale, ha dietro di se davvero una lunga storia. Doveva essere il tema portante. Scritta da John Barry e Leslie Bricusse, ne venne incisa una prima versione, e cantata da Shirley Bassey. Ma risulta cantata in maniera troppo simile a quella di Goldfinger, il film precedente, e ci vorrebbe un approccio più soft. Così viene rigettata, e Mr. Kiss Kiss Bang Bang viene cantata di nuovo, questa volta da Dionne Warwick. Ma questa volta la produzione contesta che nel titolo della canzone deve esserci il titolo del film. A John Barry si affianca Don Black, e danno vita al tema per Tom Jones che conosciamo tutti. Di Mr Kiss Kiss Bang Bang nel disco (e nel film) rimarrà solo la versione strumentale.
Le due versioni vennero portate alla luce nel 1990, contenute nella versione doppia dell'album The Best of James Bond - 30th Anniversary Limited Edition.
Ecco la versione di Dionne Warwick:


Ed ecco quella (rejected) di Shirley Bassey:

  
Per rimanere su Thunderball, da noi esiste una piacevole cover eseguita da Adriano Celentano del tema eseguito da Tom Jones. Non venne inserita nel film perché non si trattò di un coinvolgimento ufficiale, ma solo di una cover, che uscì come 45 giri. Della stessa canzone esiste una versione cantata da Tony Dallara.


Ma la storia è anche più complicata di così. Ci sono le scoperte che non ti aspettavi. La lunga leggenda delle canzoni proposte e rigettate. Furono su commissione e scartate solo dopo l'ascolto? Oppure furono scritte con entusiasmo e poi proposte? Le leggende si sprecano, ma le canzoni che possono fregiarsi del termine rejected sono parecchie. Molte non raggiunsero mai il tavolo della produzione, ma non per questo vanno dimenticate.
Poco si sa, per esempio sulla versione di Thunderball di Johhny Cash, ma pare fosse una prima scelta in origine. Il testo fa riferimento alla trama del film.


Si vive solo due volte (You Only Live Twice, 1967) di Lewis Gilbert.
Canzone dei titoli: You Only Live Twice (Barry-Bricusse) eseguita da Nancy Sinatra.

Il tempo riprende a scorrere. E si ripete la storia già sentita per Thunderball: che John Barry e Leslie Bricusse scrissero altri titoli di testa per questo film. Una prima versione di una canzone chiamata You Only Live Twice è cantata da Julie Rogers. Ma hai produttori non piacque, e ne venne scritta una nuova, dagli stessi autori. John Barry propose Aretha Franklin come voce, ma i produttori volevano Frank Sinatra. E Frank suggerì invece di usare la figlia. E così fù.
L'originale ora figura tra i brani scordati e dimenticati, ma la trovate qui:


Al servizio Segreto di Sua Maestà 
(On Her Majesty's Secret Service, 1969) di Peter Hunt
   Come titoli un brano strumentale. Presenti nel film:
We have All the Time in the World (Barry-David) eseguita da Louis Armstrong.
Do You Know the Christmas Trees are Grown (Barry-??) eseguita da Nina

Davvero era difficile inserite le parole On Her Majesty's Secret Service nel testo di una canzone? Barry e Bricusse ebbero il dubbio, ma ci provarono. Il regista Peter Hunt li anticipò, scegliendo di usare un tema musicale e basta, e così una canzone intitolata On Her Majesty's Secret Service non venne mai scritta. Peccato.
Una canzone nel film ci sarà, anche se non nei titoli, e sarà la celebre We Have All the Time in the World eseguita da Louis Armstrong, e scritta da John Barry questa volta in coppia con Hal David (collaboratore storico di Burt Bucharah). Una seconda canzone viene inserita nella colonna sonora, ma nel film si sente appena appena. Si tratta di Do You Know How Christmas Trees Are Grown, eseguita da Nina.
Ed è su questa canzone che i tedeschi fanno il tris. In questa occasione ecco Katja Ebstein che canta Wovon träumt ein Weihnachtsbaum im Ma, versione tedesca della canzone.


Ma la canzone originale, in inglese, eccola qui. E potete divertirvi a cercare la scena del film in cui si sente per pochi secondi...



Una Cascata di Diamanti (Diamonds are Forever, 1971) di Guy Hamilton
Canzone dei titoli: Diamonds are Forever (Barry-Black) eseguita da Shirley Bassey

Dopo la versione scartata del suo tema per Thunderball, Shirley Bassey torna a cantare i titoli di testa di 007, e questo non è un mystero. Ma la prima volta che vidi il film in TV, fu trasmesso da Mediaset nei tardi anni '80. E sfumarono i titoli di coda (come facevano sempre), ma per un breve attimo si potè sentire che la canzone dei titoli di coda era... in italiano. Naturalmente nei dvd usciti negli anni successivi non c'è traccia di questa traccia, ma uscì su 45 giri all'epoca, e negli anni successivi Shirley Bassey l'ha inserito in una sua raccolta.



L'uomo dalla pistola d'Oro 
(The Man with the Golden Gun, 1974) di Guy Hamilton
Canzone dei titoli: The Man with the Golden Gun (Barry-Black) eseguita da Lulu

E poi ci sono i casi generati dalla passione. Pure e semplice passione, e ne abbiamo notizia. Questo è il caso di Alice Cooper. Un giorno del 1973 vede Vivi e lascia morire e sente Live and let Die cantata da Paul McCartney, ed essendo pure lui in un grande appassionato di 007, si dice "Posso riuscirci pure io!" e scrive una sua versione di quello che si sa già essere il titolo del film successivo, e la propone agli studios. "No, grazie" è più o meno la risposta. Ma grazie per averci provato, Alice (il video che accompagna la canzone, qui sotto con i titoli di 007, è opera di un fan).



Solo per i tuoi occhi (For Your Eyes Only, 1981) di John Glen
Canzone dei titoli: For Your Eyes Only (Conti-Leeson) eseguita da Sheena Easton

Fù passione anche quella di Blondie? Era un incarico ufficiale, ma venne preferita la canzone che scrissero Bill Conti e Michael Leeson. Così nel film Solo per i tuoi occhi (1981) i titoli di testa sono cantati da Sheena Easton. Fu Blondie a non volere cantare una canzone non sua, per cui rifiutò la proposta? Bill Conti era uno dei maggiori musicisti dell'epoca, come fare a dirgli "No, grazie, preferiamo alla tua canzone quella della Pop Star americana". Esce Blondie, entra Sheena Easton.
Per cui la canzone For Your Eyes Only di Blondie esce nel 1982, nel disco The Hunter.



007 Zona Pericolo (The Living Daylight, 1987) di John Glen
Canzone dei titoli: The Living Daylight (Barry-Waaktaar) eseguita dagli A-Ha

Il tempo scorre inesorabile, i film si succedono. E così anche i temi rigettati
Quanto arrivarono vicini i Pet Shop Boys, nel 1987, a scrivere il tema di 007? A View to a Kill dei Duran Duran, due anni prima, era stato un successo, e la collaborazione con delle celebri pop star è il nuovo corso da seguire. Per il film successivo la prima scelta pare fossero stati proprio loro, i Pet Shop Boys. Due i demo che si trovano in giro, ma solo il primo ha un suono alla Bond. Ecco la versione di The Living Daylights che non fù mai.


Una vecchia regola dice che non si butta mai via niente. Ed ecco che il demo non utilizzato diventa un'altra canzone, This Must Be The Place I Waited Years To Leave, contenuta nell'album del 1990 Behaviour.


E poi ci sono pure gli incidenti di percorso, quelli di cui non saremmo mai venuti a sapere, come la versione di Mr Kiss Kiss Bang bang di Shirley Bassey. Dopo una collaborazione eccellente con i Duran Duran per il film precedente, John Barry deve collaborare con gli A-ha per i titoli di testa di Zona Pericolo (1987).
Tutti conosciamo la questa versione, ma gli A-ha non furono mai soddisfatti. La collaborazione non fu semplice, e non perdonarono mai a John Barry, che dopo avere cercato inutilmente di convincerli a cambiare una parte di arrangiamento, alla fine intervenne e tolse una base ritmica dalla loro versione. Ma in questo modo adesso la canzone era in tema con il sound del resto della colonna sonora, prima assente. Così, nel 1988 esce il loro album Stay on these Roads e possiamo sentire la loro versione originale.


Un po' di anni dopo, durante le celebrazioni per un'anniversario della carriera di John Barry, vennero intervistati diversi artisti che avevano collaborato con lui. Gli A-ha dissero che era stato un vero piacere lavorare con lui. Quando gli riferirono la cosa, apre che Barry disse "Sul serio dicono questo? Ma su che pianeta erano?"
Da qui in poi la storia diventa ancora più ricca. Con internet e Youtube le proposte per canzoni successive si moltiplicano. Ma le esamineremo in una seconda parte, perchè la storia si complica non poco. E ad ogni film le canzoni si moltiplicheranno.
Stay Tuned, folks.

venerdì 5 ottobre 2012

Le rose che non colsi

Qual'è un buon argomento per un articolo sul blog? Quando usi il blog per esternare i tuoi interessi, le tue passioni e i tuoi ricordi? Di tanto in tanto un'idea prende forma, si isola dalle altre, e richiede a gran voce la tua attenzione. E a te non resta che metterla per iscritto, e poi rifinirla, aggiustarla, metterla a punto, pronta per renderla pubblica, e mandarla sotto gli occhi di tutti.
Questo se non hai l'abitudine di usare questa pagina per mostrare i tuoi disegni nuovi (per quello c'è sempre DeviantArt). Tanti sono i pensieri che girano per la testa ogni giorno, tante le cose che vorresti dire e fare, poco il tempo che puoi dedicare loro.
E' come per il giardiniere. Hai un cespuglio di rose a tua disposizione, e devi solo cogliere quella giusta, e una volta che avrai completato tutta la procedura, dovrai solo aspettare ti arrivi il momento per cogliere la rosa successiva.
Però, pur sapendo bene quali sono gli argomenti e gli interessi di cui ho voglia di parlare e scrivere, allo stesso modo conosco bene anche un'altro dettaglio:
Che ci sono cose di cui NON parlerò.

I motivi sono differenti, per cui diverse anche le motivazioni per le quali scegli di non parlarne. Principalmente perché ti rendi conto che buona parte di quello che tu sai, spesso è solo una campana, e come tale può essere errata, perché anche una faccenda che tu conosci bene può avere dei lati oscuri che tu non conosci. E se ti fanno arrabbiare i giornalisti che scrivono del dottor Spock o disquisiscono di Asimov o di Philip Dick senza minimamente conoscerli, allora è bene che non commetti il loro errore.
E poi c'è il dettaglio - non trascurabile - che potresti offendere qualche amico. Cosa da non fare MAI.
Per cui questo blog si aggiorna di tanto in tanto, e non più spesso di così, e non avrà mai occasione di raggiungere le centinaia di migliaia di adoratori/adulatori a cui agognano i bravi blogger professionisti.
Ma questo, intendo le cose di cui NON parlerò, è di per se' già un buon argomento di cui parlare. Almeno fino a quando non troverò un valido motivo per cambiare idea.

Avrei sempre desiderato scrivere una breve storia del fandom fantastico televisivo/cinematografico italiano. Perché ne ho fatto parte dagli albori, perché ho visto nascere tutti i gruppi di appassionati, e perché li ho visti anche talvolta andare in crisi, frantumarsi, dividersi o chiudere. E buona parte dei motivi li conosco, perché conosco chi vi ha fatto parte.
Conosco il motivo per cui Sticcon e Deepcon siano due realtà differenti e senza più punti di contatto, e perché una volta il gruppo di fan di Spazio 1999 e Gerry Anderson era uno solo, e poi invece sono diventati due, senza punti di contatto. Del perché siano scomparsi, in tempi e modi differenti sia l'X-Files club che lo Stargate SG1. E parte della vicenda sui motivi della lunga dynasty dei vari club italiani di StarWars, da Alliance e Cloud City fino all'attuale Yavin 4, e i loro non punti di contatto.
Perché alla fine erano/eravamo sempre gli stessi appassionati, con i piedi in più scarpe. E perché come al solito, non posso pretendere di dare ogni punto di vista. Perché ognuno aveva dei suoi validi motivi per ogni azione. Forse qualcuno no e si faceva gli affari suoi, d'accordo, ma in fondo non ci interessa più.
E' passata molta acqua sotto i ponti, e un buon archeologo antropologico potrà trovare facilmente il bandolo della matassa, cercando e chiedendo alle persone giuste, ma non a me.

E quindi non rivelerò mai nemmeno i segreti imparati alle Sticcon, quelli sconosciuti al grande pubblico.
Nulla uscirà mai sul terribile caso del VIP che offrì un Big Black Man, di cui fui testimone diretto.
Perché non è il caso, perché fece una brutta figura, e perché in fondo gli ero grato per altre cose. E perché quella sera aveva bevuto, e perché in fondo voleva solo tradurre all'ospite americano il nome del cocktail Negroni che stava preparando, senza avvedersi che quando tradusse il nome l'altro credette che gli stesse proponendo un grosso negro superdotato.
E nulla pure sull'identità dell'altro VIP che certe notti avrebbe bussato alle porte delle stanze d'albergo dove dormivano ragazze. Perché non è il caso, perché alla fine non accadde nulla di male, e perché tutti negarono tutto. E perché forse in realtà cercava solo la stanza di un'amica e aveva sbagliato piano, e le sue motivazioni non avevano nulla di cui vergognarsi. Quindi nessuno me lo raccontò la mattina successiva. E quindi nemmeno la vicenda del focoso fan che voleva a tutti costi conoscere il suo eroe, riuscendo solo a terrorizzarlo. Sono cose che accadono, ma ha senso esternarle. Chi c'era lo sa, chi non c'era non serve lo sappia.
E dell'attore/attrice che scassò gli zebedei a tutto lo staff che lo/la ospitava? No, nemmeno lui/lei.Non è il caso, in fondo sono cavoli suoi, perché poi non è più tornato/ta. E tu lo sai perché i tuoi amici dello staff erano isterici quel giorno, e avrebbero voluto cementificarlo/la in un pilastro dell'autostrada. O il tipo che non capì bene il significato del termine Asta Benefica, ma solo quello di Asta.
O della foto con la leggenda e il cappuccino (in basso, appoggiato sul pavimento, con la brioche mezza mangiucchiata sul piattino), ma se siete tra i fortunati possessori di tale gadget, sappiate che non vincete niente. Niente che un buon lavoro di Photoshop non possa cancellare, che sia la leggenda o il cappuccino, a scelta. E lo so perché ritirai io stesso per un amico una di quei preziosi gadget.

E non dirò mai nulla sui misteri editoriali di cui ho avuto notizia. Nulla dirò mai sul perché l'editore che pubblicava i libri della serie che andava "dove nessuno era mai giunto prima" sceglievo di pubblicare proprio quelli lì, anziché fidarsi di qualche esperto, e perché smise improvvisamente di farlo. O la verità incredibile (ma anche puro e semplice gossip, anzichenò) del vero autore del best seller librario italiano (dall'amico - persona informata dei fatti - di un amico), e vorrei poter dire la stessa cosa sul perché Segretissimo non abbia mai pubblicato i libri inediti di Quiller (che rimane invece un mystero a cui non verrà mai data soluzione) mentre invece ho una gran voglia di fare un amarcord sulla grande (ed ormai estinta) editrice Nord, sempre nel mio cuore, e prima o poi accadrà.
O di come rischiai di finire (e probabilmente ci finii) nella foto ricordo che un amico si volle fare con la sua scrittrice idolo, perché non c'era spazio per alzarmi dalla sedia dove ero seduto, e perché in fondo riuscii a farmi piccolo piccolo. Perché io invece non la sopportavo proprio, quella scrittrice. Ma fui diplomatico pure allora e non dissi nulla. E non ho mai visto quella foto. E semmai qualcuno l'avrà pubblicata, spero abbia tagliato via dall'immagine quel brontolone seduto che continuava a disegnare e non si univa alla massa per chiedere pure lui un autografo. Mentre invece, quello sì, racconterò dei miei idoli e di quando li incontrai, e cosa-dove-quando, ma a tempo e luogo.
Così come nel campo dei fumetti, chi ha scritto cosa, chi ha pubblicato questo, chi non ha mai pagato Tizio e nemmeno Caio, chi avrebbe derubato tale autore in anni recenti, o perché tizio ha chiuso tale testata e Caio non ha detto nulla. Perché saputo da Tizio, confermato da Caio (che non conosce Tizio), ma negato da Pincopallo (che non conosce ne' Tizio, ne' Caio). Perché alla fine è sempre di questi argomenti che parli con amici che vedi una volta all'anno, nelle fiere, alle cene. Certo, cose sapute da un amico, ma a volte riferite da un altro amico, per cui metti sempre il ragionevole dubbio.
Ma nemmeno delle conoscenze dirette: di quando parlando con un autore, gli anticipai i miei timori su persone e fatti che avrebbero potuto accadere di lì a poco col suo progetto, e - maledizione - tutto si avverò? Jack Indovino? No, solo stocastico...
Notizie certe? O tutte chiacchiere da bar? Certo, ogni cosa è possibile, ma di alcuni fatti ho la certezza, anche se è meglio non dire. Ci penserà il nostro archeologo antropologico, domani o il giorno dopo.

Mai dirò come scoprii la vera identità del misterioso curatore dei fumetti Marvel PlayPress nei primi anni '90. Il mondo non dovrà mai sapere. E così per ciò che mi riguarda personalmente, e che non mi va di esternare. Nulla dirò mai del motivo per cui l'universo decise che io e i film di Harry Potter non andavamo proprio d'accordo.
Non rivelerò mai l'origine del mio odio per i bottoni dei cappotti, specie quelli con l'occhiello di metallo che tagliano continuamente il filo e cadono dovunque, e sempre nel momento sbagliato. O del motivo (sicuramente pedagogico) per cui mi piacciono le macchinette. Ne' di come provai odio autentico per un amico, a causa del quale gettai via per errore una cartella importantissima sul computer al posto del singolo file (e svuotando pure il cestino, alè, nibbio che non sei altro!) mentre lui mi raccontava con enfasi i fatti suoi al telefono. Perché l'odio durò solo il tempo di recuperare quei file, o almeno l'80% di essi. E col 20% rimanente ti puoi permettere con l'amico solo un leggero infastidimento.

Non esternerò mai la mia personale lista degli "svitati" che girano nel variegato mondo dei fumetti e in quello del fandom. Ne' darò mai alcun cenno del perché evito come la peste una parte di questo mondo, ad ogni evento a cui partecipo. E non farò mai il resoconto di certe fiere di fumetti o certi incontri a cui partecipai, in altri tempi (nulla dirò di FirenzeComics). E così anche con gli spiacevoli fatti che intercorrono tra i vari gruppi di cosplayer, questo mondo meraviglioso dove tutti sembrano volersi così bene.
E se mai un giorno vorrò rivelare parte di tutto ciò, come mio solito mi inventerò dei nomi fittizi e originali come Pinco Cavallo e Pallino Tizio, o tornerò io stesso ad essere il giovane Holden. O darò un colpo al cerchio ed uno alla botte, sperando non diventi mai categoria olimpica, o potrei avere buone possibilità di finire sul podio...
Ma nel cespuglio ci sono ancora tante rose da cogliere. All in Good Time, come dicono oltreoceano. Tutto a suo tempo...

Per tutto il resto (oltre a Mastercard) abbiamo solo il cielo come limite.
Sempre che non sia coperto da minacciose nuvole, sicuramente aliene.