venerdì 18 luglio 2014

L'accessorio trascurabile

Lo so, il mese scorso non ho aggiornato, ma le cause sono state diverse: lavoro accumulato, tempo libero dedicato ad altro, mancanza di tempo necessari ad approfondire argomenti interessanti e niente che potesse essere scritto in pochi minuti. Oppure continuavi a dire "lo faccio domani, non c'è fretta".
Poi capita sempre che quando meno te lo aspetti, mentre cammini su una pietraia per esempio, ti entri un sassolino nella scarpa. Oh, piccolino, nulla di tale da impedirti di continuare a camminare, ma sufficiente a crearti un limitato fastidio, che in una scala da uno a 10 varia, a seconda della vita, l'universo e tutto quanto,  tra 2 e 20.
E così un argomento a cui pensavi da tempo, diventa attuale, e ti spintona per avere il suo spazio, e tu ti lasci spintonare volentieri, perché sei d'accordo con lui.

Il primo sassolino lo trovi nella lettura di un'intervista ad un'autore (che in questo caso è anche un amico), dove affronta un po' tutta la sua carriera, soffermandosi su tutte la tappe. Cita anche te, e la cosa ti fa piacere, ma poi arriva il passaggio pericoloso sulla pietraia.
Parlando di una serie che hai contribuito a creare, l''intervistatore dice "Eh, ma a me mica piacevano i disegni. Ma la storia sì."
Quindi non ti piaceva tutta la parte grafica, i disegni, la caratterizzazione dei protagonisti, la moda, i veicoli, le scenografie, il look, le inquadrature, la struttura della pagina, i risi e i bisi. Cosa rimane?
In pratica ti piace solo la parte scritta?
Ma lo sapevi che stavi leggendo un fumetto?
Ecco, non so voi, colleghi e amici, ma quando leggo cose simili mi viene sempre il sospetto di essere il figlio di un Dio minore. Che per 10 appassionati veri ce ne saranno sempre almeno il doppio che ragionano in modo differente, che sono convinti che i fumetti sono come libri con delle illustrazioni a corredo, anziché delle opere uniche di testo e disegno. Che si meravigliano se gli dici che in una serie mensile i disegnatori sono tanti, dove a loro sembrava sempre lo stesso. Che dicono "La storia è bellissima, ma i disegni mi fanno 'venire un incontrollabile impulso di correre in bagno'...".
Quante volte avete letto pensieri simili nelle recensioni o nei forum, o nelle conversazioni del pubblico alle fiere?
"Ti arrabbi Jack?" domanda il solito lettore curioso. Non realmente, ma piuttosto "infastidito". Anni fa mi avvertirono che un giorno qualcuno mi avrebbe detto "ma tanto disegnate tutti con lo stampino, no? I disegni sono tutti uguali." o non avrebbe mai notato il tuo lavoro. Quando tutto questo accadde cominciai a intuire che sarebbe stata una strada tutta in salita. Che ci sarà sempre chi pensa che il disegnatore sia un accessorio non indispensabile. Da tempo ho imparato a chiamare questa entità Mister Dodo.

Hai anche le evidenze recenti. Un forum dedicato ad una miniserie recente, di cui hai fatto un numero (Kepher) discussioni sulla trama, sulla storia, sul perché o il per come delle azioni dei protagonisti, giusto un appunto su quanto siano terribili i disegni. In questo momento non ti viene naturale pensare all'editor che ti ha fatto rifare un sacco di dettagli ed alla fine era totalmente soddisfatto. Mentiva sapendo di mentire?
Poi lavori ad un personaggio, questa volta più celebre. Lavorate in due, siete entrambi soddisfatti, i tempi sono perfettamente rispettati. Vai nel forum apposito e leggi: discussioni sulla trama, sulla storia, sul perché o il per come delle azioni dei protagonisti, dibattiti sul What If, su "come avrei fatto io", come sarebbe stato meglio, su cosa serebbe successo, "ma allora questo vuole dire che...", e giusto un appunto su quanto i disegni fossero... sotto la media. Anche qui ti viene il sospetto che il tuo editor dandoti l'OK definitivo sui disegni, e prendendosi la mezz'ora successiva di libertà per festeggiare, avesse mentito a te e al tuo compare per pietà. I figli di un Dio minore, appunto.
Poi non ci pensi più. "Succede", ti ripeti. I giudizi saranno sempre vari, e Mister Dodo te lo trovi sempre in giro.

Poi senza volerlo ti trovi coinvolto in una discussione su facebook (un uomo saggio non rimane MAI coinvolto in una discussione su faccialibro).
Postano la notizia di questo fumetto... bla bla bla, ma tu vedi solo un dettaglio: che è disegnato con Photoshop... foto convertite in disegno usando il filtro "poster", e modificate con qualche segno. Personaggi freddi, con ombre differenti perché diverse erano le foto di partenza, colori separati proprio come li trasforma quel filtro.
"Uribile!!" pensi, e credi che la cosa sia condivisibile.
E invece no, perché poi parte la discussione, e arriva di nuovo Mister Dodo: Questo è progresso. Non è altro che un'innovazione tecnologica, come il computer negli effetti speciali, o il digitale dopo l'analogico. Le nuove frontiere del fumetto sono queste in fondo. Oggi tutti disegnano sul computer, e poi, in fondo copiare le foto lo fanno in tanti, "anche Alex Ross è solo un copiatore di foto..."

Ho in improvviso incubo diurno: vedo Alex Ross che legge le discussioni su una sua produzione: chiacchiere sulla trama, sulla storia, sul perché o il per come delle azioni dei protagonisti, dibattiti sul What If, su "come avrei fatto io", come sarebbe stato meglio, e giusto un appunto su quanto i disegni fossero solo delle copie di fotografie. E che anche lui pensi che il suo editor quando gli aveva dato l'OK definitivo sui disegni gli avesse mentito per pietà.
Caro Alex, come ti capisco...

A questo punto serve aggiungere qualcosa? Serve davvero che io impieghi venti righe per spiegare i perché ed i percome? A cercare di dire che le cose non sono esattamente così? Che quel filtro "poster" di Photoshop lo hai usato pure tu tempo fa, per vedere l'efeftto che faceva, e dopo una sonora risata hai detto "Non è cosa" e l'hai archiviato tra le cose inutili, assieme all'effetto "watercolor".
Che se una storia  fumetti ti piace davvero è anche per quei disegni? Che se quella storia NON ti piace è anche per i disegni? Che non basta copiare delle foto per essere bravi? Che il programma che usa Adam Hughes per colorare è lo stesso che usa il nerd per incollare le facce delle attrici sui corpi delle supereroine? Che Alex Ross (e prima di lui Norman Rockwell, Milton Caniff e Adam Hughes, solo per nominarne qualcuno) costringe amici e modelli a posare esattamente come vuole lui, perché sa qual'è la posa che gli serve? Che non ci sarebbe nulla di creativo e/o artistico nel prendere fotogrammi di film e trasformarli in fumetti con un software popolare? Centra qualcosa con la capacità di saper disegnare?
Oh, sia chiaro, hai già conosciuto vari tipi di Mister Dodo: convinti che i manga siano il male assoluto, che Blueberry abbia un pessimo disegnatore, che sostienevano che quel fumetto che Gino ha disegnato in due mesi, e cha a lui non piace, che lo ha fatto ammattire, che non riesce a rivedere, è in realtà il suo massimo livello di sintesi? Mister Dodo adora quel romanzo grafico e non s'è nemmeno accorto che è copiato da Miller, o quella vignetta ricalcata da Font. Se vede una scala dirà che ti sei ispirato ad una storia di Tintin dove c'era una scala identica, e se gli dici che è la scala di casa tua, si complimenta perché hai in casa la scala di Tintin.

Non ci provi nemmeno a spiegare cosa significhi disegnare fumetti. Di quando cancelli la matita già finita di vignetta 5 di pagina 44 perché ti sei distratto ed è troppo simile alla 3 di pagina 45. Di quando continui a rifare una faccia perché non ti convince, o lanci maledizioni perché in tale vignetta devi fare tizio che si siede, e sai che quella posizione sarà buffa o goffa da disegnare, e ti domandi perché quella scena non è stata scritta con tizio che si siede fuori campo mentre tizia gli fa una domanda. O che talvolta ti metti in pose minacciose o buffe davanti alla finestra, perché ti serve una referenza fotografica, ma solo delle dita che reggono la pistola, e sai che nessuno se ne accorgerà mai, a parte i passanti terrorizzati.


Non servirebbe a nulla, a Mister Dodo non interessa davvero. Proseguiamo su strade differenti, com'è giusto che sia, ognuno convinto di conoscere dove sia ciò che identifica come il male del mondo.

Il passaggio sulla pietraia è alle spalle, i sassolini li hai tolti, che rimane?
Le opinioni sono lecite, lo so. I crimini a fumetti un po' di meno, ma in fondo questi paroloni sono tali solo per te. Che non sei saggio perché ti lasci coinvolgere nelle discussioni su faccialibro, ma se poi in casa hai davvero la scala di Tintin, che t'importa del resto? Mister Dodo lo incrocerai di nuovo, tranquillo.
Ma la prossima volta lascia che a convincerlo ci provi qualcun altro.
Il tuo karma ti assicura da tempo che NON sei un accessorio trascurabile.