lunedì 22 giugno 2015

Il volere degli altri

Le solite parole, nei soliti modi e nella stessa forma. Capita abitualmente a tempi alterni, e ho la certezza che sempre continuerò a sentire le stesse parole, ripetute nel tempo.
Parlo delle lamentele del pubblico su qualcosa che hanno visto, sul fatto che "no, così non si poteva fare, han rovinato tutto, ma come hanno osato stravolgere l'originale?", eccetera. Questa volta l'occasione è la stagione di Trono di Spade appena finita, ma ho la certezza che accadrà lo stesso quando al cinema uscirà il nuovo Star Wars.
Lo hanno detto del Signore degli Anelli di Peter Jackson, dello Spiderman cinematografico ed è di poco più di un mese fa la discussione su Avengers, Age of Ultron, che continua a dividere gli appassionati.
Ora, io in passato ho reagito nello stesso modo, ma mi son trovato di fronte dei muri.
Why? Perchè mi lamentavo di cose poco conosciute.
Quanti avevano letto i racconti originali di Philip K. Dick da cui avevano tratto Total Recall, The Impostor, Screamers, Paychek, Minority Report, Next, o il recente I Guardiani del destino?
Film grandiosi, pieni di critiche talvolta lusinghiere, ed io a pensare "Che ne avete fatto di Philip??".
Quanti amici adorano questi film, quanti me li hanno inconsapevolmente consigliati? Okay, alcuni non sono male, ma non hanno nulla dell'opera originaria.
Ora, io posso capire certi adattamenti, portare su schermo la parola scritta non è facile. Blade Runner NON è l'adattamento fedele del romanzo Il Cacciatore di Androidi di Dick, ma ne rispetta l'opera originale.
Quello che capisco di meno sono gli stravolgimenti totali. Quelli dove ti domandi dove sia finitala storia originale.

A questo punto credo che convenga condividere una storia di cui lessi tempo fa, che rivela certi ragionamenti.
All'inizio del nuovo secolo, dopo grosso successo cinematografico del Signore degli Anelli, qualcuno decise che era arrivato il momento di adattare un altro classico della letteratura fantastica. Sarebbe toccato al ciclo di Earthsea di Ursula K. Le Guin. Per qualcuno di voi sarà un nome sconosciuto, perchè non è molta la cultura fantastica classica nel nostro felice paese. Però diciamo che è considerato tra i massimi capolavori Fantasy di ogni tempo.
E sì, il film d'animazione I Racconti di Terramare di Goro Miyazachi è liberamente tratto dallo stesso ciclo
.
Comincia la procedura abituale: si comprano i diritti, e la produzione può partire. Al momento non era davvero ancora chiaro quale formato avrebbe avuto, e solo dopo qualche tempo, e diversi cambi di persone coinvolte, venne deciso che sarebbe stata una miniserie inTV in due puntate. Una volta terminata venne trasmessa dal celebre SciFi Channel, nel dicembre del 2004.

Ma durante la produzione la signora LeGuin cominciò a rimanere perplessa. Cambia qui, cambia là, la sua storia stava cambiano abbastanza. Il suo contratto le dava il ruolo di consulente, il che equivaleva a dire che poteva dire quello che voleva, ma questo non le dava il potere di cambiare qualcosa. Poteva parlare al vento, e poco altro.
Le scelte del casting non seguivano le descrizioni che lei aveva dato nei libri. I personaggi mutavano, la storia si sviluppava in maniera differente... In un bell'articolo pubblicato dalla rivista Locus (che vi invito a leggere per intero), la signora LeGuin spiega bene il suo punto di vista.
"Sapevo bene che un film è molto diverso da un libro, ma speravo che non facessero cambi non necessari alla trama o ai personaggi - una cosa molto pericolosa da fare, poiché i libri erano stati letti da milioni di persone nel corso dei 30 anni passati dalla loro prima pubblicazione":

La risposta del Network fu di una semplicità estrema. Una di quelle risposte che non puoi ignorare, o anche solo dimenticare. "Loro risposero che avrebbero potuto modificare la storia e i personaggi quanto volevano, perché avrebbero raggiunto più milioni di persone di quante ne avessi raggiunte io con i libri."

Nel seguito di quell'articolo la signora LeGuin fornì una divertente risposta alle parole della produzione, dove quest'ultima rivendicava la fedeltà del prodotto finito con l'opera originale.
Quello che interessa a noi adesso, è proprio quella risposta del network Ricordatela bene, perché E' la risposta fondamentale.

Ecco perché non possiamo dire nulla di certi adattamenti letterari. Li abbiamo letti in pochi.
Se tocca a Hannibal o a 50 sfumature di grigio, o qualunque altro Best Seller recente, c'è quasi un sacro rispetto per una fedeltà filologica, ma in altri casi...niet.
Per cui non lamentatevi di film Io Robot o Ultimatum alla terra (con Keanu Reeves). Gli originali li abbiam visti in pochi, e se un buon adattamento come John Carter diventa un flop, e anche nei fumetti Nick Fury diventa nero, è chiaro che la strada da seguire sarà quella di rifare per ottenere di più. E qualsiasi cosa noi si dica o faccia, il volere predominante non sarà il nostro.
Ecco perché personalmente ormai non ci faccio più caso.
Nusuth. Come dice il protagonista di un altro libro della LeGuin.

Alla prossima, folks, magari con un'attesa più breve che non quella per vedere pezzo...

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